C’è una forma di resistenza silenziosa che si compie ogni volta che una storia viene scritta, ogni volta che un ricordo prende voce su carta. In un’epoca in cui tutto sembra muoversi troppo in fretta e i luoghi rischiano di svanire dietro l’ombra lunga dell’omologazione, la letteratura torna ad essere presidio, gesto di cura, custode delle identità più profonde. In Basilicata, questo gesto assume un valore ancora più denso, perché raccontare significa tenere vive le voci dei paesi, gli echi delle feste, i silenzi delle campagne, gli accenti che cambiano da valle a valle.
Scrivere la Lucania, oggi, è un atto di amore e responsabilità. È scegliere di non dimenticare, di dare dignità alle parole della terra, ai suoi riti, alle sue trasformazioni. È un modo per ancorare il presente a una memoria che non è mai nostalgia fine a sé stessa, ma linfa, orizzonte, possibilità di riscoperta. Ogni pagina diventa allora un frammento di paesaggio interiore, un invito a guardare le proprie origini non come qualcosa da cui fuggire, ma come radice da abitare e raccontare.
In questo processo, editori come Universosud svolgono un ruolo essenziale. Più che una casa editrice, Universosud è un laboratorio culturale che da anni coltiva e valorizza la narrazione del territorio lucano, sostenendo autori che scelgono di scrivere con lo sguardo rivolto ai paesi, alle storie di comunità, ai cambiamenti sociali che attraversano – spesso in silenzio – la nostra regione. Pubblicare in Basilicata, oggi, significa schierarsi dalla parte di chi vuole continuare a nominare le cose con il loro nome autentico, di chi crede che i libri possano ancora creare legami, riconoscimenti, consapevolezza.
E se Potenza, in questo maggio di festa, torna a interrogarsi su sé stessa, lo fa anche grazie alla forza delle parole che raccontano ciò che siamo stati, ciò che siamo, ciò che potremmo essere. La letteratura, ancora una volta, ci offre un modo per restare.
Un ritorno in versi: Paesando di Donato Loscalzo
Parlare di Potenza e della festa del Santo Patrono è, inevitabilmente, parlare anche del ritorno. Di quel richiamo profondo e viscerale che chiama a raccolta chi è partito, chi si è allontanato, chi ha custodito per anni, a distanza, i riti, le voci, gli odori e la nostalgia. Non potevamo allora trovare accompagnamento migliore che Radici, riti del ritorno, raccolta poetica di Donato Loscalzo, lucano di nascita e cittadino del mondo, che in queste pagine ha distillato tutto l’amore, il dolore e la dolcezza del suo legame con la Lucania.
Il mese di maggio ritorna spesso nei suoi versi, come un simbolo di rinascita e di memoria. Nella poesia “il mio maggio”, l’autore scrive:
sento che è tempo di tornare, i riti si susseguono in piazze colorate e perdermi è forse l’unica ragione che bussa inerte a me che consumo i miei giorni nell’esilio […] non so se questa volta tornerò a respirare la mia infanzia tra quei vicoli sconnessi, ma il suono di tamburi un po scordati e l’eco cadenzato di organetti non hanno scordato quella vita che ancora risuona d’aria nuova
Nelle due postfazioni che accompagnano il libro, il senso del ritorno e della riscoperta si fa ancora più chiaro, viene estrapolato dai versi, attraversato e raccontato a cuore aperto. Novella Capoluongo Pinto scrive: “È la sua terra, è la Lucania l’amante abbandonata che ascolta il suo canto, perduta e ritrovata nei luoghi di antiche frequentazioni dove il poeta va a ricercare i frammenti indispensabili per ricostruire interamente il sé”, mentre Luigi Angelucci confessa, con lucidità e struggimento, il proprio percorso parallelo: dall’allontanamento pieno di rabbia e disincanto al ritorno, inatteso ma inevitabile, nella terra che si credeva dimenticata e che invece “aveva solo atteso di essere guardata con occhi nuovi”.
Radici – riti del ritorno non è solo un libro di poesie, è una mappa emotiva. Traccia la geografia interiore di chi è partito e di chi ha amato la propria terra abbastanza da rinnegarla, solo per poi comprendere che nessun altro luogo sarà mai davvero casa. È un invito alla riconciliazione, non solo con le proprie radici, ma con ciò che si è, con l’aria che ci ha cresciuti, con le voci e le pietre che ci hanno fatto uomini e donne.
In queste pagine si respira tutto il peso e la grazia dell’essere lucani. E non è un caso che questo libro trovi casa proprio in questo mese, proprio in questo contesto: mentre Potenza si prepara a celebrare il suo Santo, Loscalzo celebra il suo popolo, con parole che sono tamburi, che sono riti, che sono ritorni.
Tornare non è solo un verbo
Tornare non è solo un verbo, non è solo un movimento nello spazio, ma un andare verso ciò che si è lasciato e che, spesso, non ha mai smesso di chiamare, è riconoscere che i luoghi che abbiamo amato (o rifiutato) ci definiscono, anche quando siamo lontani e che, a volte, basta il suono di un tamburo o il profumo di una zeppola a farci sentire di nuovo “a casa”.
Il ritorno non è soltanto un percorso individuale, ma una trama che ci lega gli uni agli altri. Riconoscere un canto, una pietanza, un passo di danza tramandato, significa riconoscere se stessi in una storia più grande, e le poesie di Loscalzo ce lo dicono con delicatezza: maggio non è solo un mese, è una condizione dell’anima, un tempo sospeso in cui ogni gesto collettivo diventa un modo per riconoscersi parte di qualcosa.
Ogni maggio che torna è un’occasione per abitare la propria identità con uno sguardo nuovo, più consapevole. Una festa che ritorna ogni anno ci ricorda chi siamo stati e chi possiamo ancora essere. E anche se non ne cogliamo ogni significato, anche se certi gesti ci sembrano lontani o misteriosi, possiamo comunque viverla. Perché certe tradizioni non chiedono di essere capite, ma solo accolte: basta esserci, ascoltare, guardare, lasciarsi attraversare.
Perché, in fondo, tornare è anche questo: imparare a restare.
Radici. Riti del Ritorno di Donato Antonio Loscalzo
Una raccolta poetica che intreccia memoria e appartenenza. Con uno sguardo delicato, Donato Loscalzo ci accompagna in un viaggio fatto di parole che evocano luoghi e atmosfere sospese nel tempo. Un libro da leggere con lentezza, per lasciarsi attraversare da ciò che ritorna e ci rende parte di una storia condivisa.
40 disponibili